11 Dic Benessere verso malessere
Storia di certezze che crollano
Giovedì 12 settembre.
Avevo appena terminato l’esecuzione di un caschetto stupendo. Prima di congedare la cliente, le ho scattato delle straordinarie fotografie per l’occasione. Perché vado fiera del mio lavoro e sono felice di contribuire nel valorizzare le persone. Quelle fotografie da mettere sui social che ti rendono così orgoglioso del tuo lavoro. E non vedi l’ora di aggiungere l’hashtag!
Suona il campanello, vado ad aprire. Eccola. Il mio prossimo appuntamento con la bellezza. Sono felice, il mio lavoro mi fa sentire cosi. CAMILLA (nome di fantasia) si accomoda con un sorriso triste. Avverto il suo disagio. Il bisogno di essere capita. Deve tagliare i capelli. E dico deve perché sono trascurati ed esce da un periodo molto difficile che l’ha messa a dura prova e che ha contribuito a renderli impoveriti, aridi e sfibrati. Camilla fatica a rinunciare ai suoi capelli, anche se si tratta di pochi centimetri. E’ consapevole di doverlo fare, ma sta male. Ed io con lei! Perché la sua tristezza diventa la mia, perché mi metto nei suoi panni e mi sento male. Sarò davvero io a doverla privare delle sue certezze? Perché stiamo parlando proprio di questo…
Tanti colleghi maneggiano forbici come se non ci fosse un domani. Come se non si rendessero conto di quanto sia importante il loro ruolo.
Molti altri, invece, lavorano e si nutrono di emozioni. Al fianco delle persone, condividono, ascoltano e cercano la giusta soluzione per loro. Io mi sento parte di questa categoria.
I capelli sono come un vestito. Ci si deve sentire a proprio agio. Ma la paura di sbagliare è dietro l’angolo. Mi sento impotente. So che devo, ma so che la ferirò. Vorrei rimandare questo appuntamento. Ma no…devo scegliere la cosa migliore per lei. Ecco la prima sforbiciata, poi la seconda ed ancora la terza…cercando sempre di distrarla e tranquillizzarla. I capelli ne avevano un estremo bisogno. Ma nonostante le attenzioni che le ho rivolto, sono arrivate le lacrime. E con loro l’amarezza per il suo disagio. Perché per Camilla è stata una scelta difficile, ed essere l’artefice del suo benessere/malessere mi ha fatto sentire un carnefice.
Forse qualcuno fatica a comprendere uno stato d’animo cosi. Per me è stato semplicemente difficile essere la mera esecutrice anche se mi rendevo conto di fare la cosa giusta.
Ora Camilla si è tranquillizzata. Ne parliamo ed ha realizzato, grazie anche al risultato visivo ottenuto, che era la cosa migliore da fare.
Forse è successo anche a te di sentirti così. La consapevolezza del fare la cosa giusta da una parte. Dall’altra la paura di far soffrire una persona .Spesso non ce ne accorgiamo ma molte persone hanno bisogno di un approccio graduale con il taglio o con un cambio look. E poi, qualcosa che viene sottovalutato: l’importanza del saper ASCOLTARE.
Camilla mi ha promesso che ci rivedremo tra 7 anni. Ma mi ha congedata con un sorriso. Ed io ne avevo bisogno quasi quanto lei.
Ci saranno momenti in cui dovrai scegliere da che parte della barricata stare. Momenti nei quali non sarai sicuro di ciò che è meglio fare.
Ma il nostro non è solo un lavoro. E’ una missione: dare il nostro 100% orecchie e cuore compresi. L’atteggiamento comprende comprensione e rispetto.